METODOLOGIA
Honey-Cost è rivolto essenzialmente agli imprenditori apistici professionisti (apicoltore a titolo principale) che fanno parte del campione statistico “costi di produzione del miele e margine operativo”.
Honey-Cost è utile a tutti gli apicoltori , anche non professionisti, che detengono e allevano le api con diverse modalità e che non hanno uno strumento idoneo a valutare la sostenibilità economica del processo produttivo miele, ma che comunque dispongono di dati sufficienti a determinare i diversi livelli dei costi di produzione,
Le finalità dello strumento sono quelle di consentire la registrazione delle informazioni richieste con la massima semplicità ed efficienza, secondo la metodologia derivante dagli standard utilizzati nelle indagini statistiche ed economiche condotte dal CREA per conto dello Stato Italiano e della Commissione Europea.
Honey-Cost è ottimizzata per un utilizzo sia da parte del singolo apicoltore, per raccogliere con la massima semplicità ed efficienza le informazioni necessarie per valutare la sostenibilità economica del proprio allevamento, sia a supporto della attività di consulenza, formazione professionale, conoscenza settoriale.
METODOLOGIA ADOTTATA
La valutazione della sostenibilità economica, la gestione del rischio, il merito creditizio e l’accesso a specifici sostegni pubblici rappresentano alcuni dei possibili ambiti di utilizzo di Honey-Cost. Essi si incentrano, generalmente, sulla stima della solidità economica dell’attività produttiva che richiede necessariamente la registrazione sia dei dati tecnico-economici che di alcuni relativi agli aspetti gestionali.
Per garantire il rispetto del metodo e delle regole contabili adottate e facilitare la verifica della congruità dei dati raccolti, la determinazione delle singole voci economiche non può basarsi su stime approssimative ma rilevando le specifiche informazioni necessarie alla quantificazione del processo produttivo (prezzi, tipo di produzione, giacenze, consistenze, organizzazione dell’attività, rapporti con soggetti esterni, ecc.).
Il più importante principio alla base della metodologia adottata in Honey-Cost è quello della “competenza economica” (principio nr 11 dell’OIC e art. 2423 bis del c.c.) secondo il quale nella redazione del bilancio d’esercizio devono essere considerati soltanto i costi e i ricavi che si manifestano nel periodo preso in considerazione (generalmente l’anno solare) a prescindere dalla loro manifestazione finanziaria (effettiva uscita o entrata) avvenuta o futura. Il principio della competenza economica è quindi completamente slegato dall’aspetto finanziario: viene conseguito un ricavo (o sostenuto un costo) anche se non è stato incassato (o pagato) il corrispettivo.
Al principio della competenza economica si affianca il criterio della “proporzionalità temporale” da adottare per i servizi (offerti o ricevuti) di durata superiore all’anno (es. affitto, noleggi, leasing, spese anticipate per certificazioni, aiuti in conto capitale, ecc.). In questo caso deve essere registrata la quota attribuibile al periodo (anno) considerato su base razionale o sistematica.
Per quanto riguarda la determinazione della quota di ammortamento dei cespiti aziendali di proprietà, è stato adottato il criterio del possibile costo storico calcolato sulla base del “valore a nuovo” delle singole categorie di beni strumentali definiti e opportunamente classificati per Honey-Cost. Il calcolo della quota di ammortamento, di competenza di ogni anno solare, si base sull’adozione delle percentuali di ammortamento civilistico, applicate alle singole categorie di beni strumentali.
Non sono ricomprese nella metodologia adottata in Honey-Cost tutte le operazioni di assestamento che vanno ad integrare/rettificare alcune registrazioni contabili per la corretta determinazione del bilancio di esercizio. Non avendo il software una natura contabile, alcune registrazioni finali non sono incluse (ad esempio la svalutazione dei crediti, il calcolo del TFR, ecc.).
Per quanto riguarda il periodo considerato per l’attribuzione dei costi e dei ricavi e, quindi, per l’applicazione del principio di competenza, viene posto uguale all’anno solare (1 gennaio – 31 dicembre).
Il ciclo produttivo si considera concluso quando è stata effettuata la combinazione produttiva, ottenuti i relativi prodotti e servizi, sostenuti i relativi costi e conseguiti i ricavi (in tutto o in parte). Tutti i valori dei ricavi, delle giacenze, dei reimpieghi aziendali, delle spese correnti, e delle spese generali si intendono al Netto IVA. Come pure il prezzo di vendita del miele o degli altri prodotti dell’allevamento si intende al Netto IVA e franco azienda.
Le modalità di calcolo e di esposizione delle singole voci che compongono lo schema del bilancio del processo produttivo miele rispondono al principio della chiarezza espositiva (facilità di lettura e comprensibilità delle informazioni fornite da parte di tutti i destinatari).
Un ‘altro aspetto rilevante dal punto di vista metodologico riguarda le modalità di raccolta e registrazione dei dati riguardanti gli aiuti pubblici. Secondo la regola adottata in Honey-Cost, devono essere registrati i soli aiuti in conto esercizio (es. aiuti diretti alla produzione, aiuti per la commercializzazione, ecc.), sia derivanti dalla PAC che da finanziamenti nazionali o regionali. Sono esclusi gli aiuti in conto capitale o in conto impianto (meglio conosciuti come aiuti agli investimenti per l’acquisto di fabbricati, macchine, impianti ed attrezzature).
Nel caso di stipula di polizze assicurative , a copertura della gestione del rischio in agricoltura, che prevedono la copertura della spesa da parte del sostegno pubblico, occorre registrare la spesa al netto dell’aiuto accordato.
L’Utile Lordo di Alveare (ULA) rappresenta l’incremento o il decremento in valore dell’allevamento di api quale differenza tra il valore complessivo, aggiornato, della consistenza a fine anno rispetto al valore complessivo delle arnie presenti all’inizio dell’anno, a cui vanno aggiunti i valori delle arnie da rimonta interna e/o acquistate e sottratti i valori della arnie vendute (oppure distrutte/sottratte) nel corso dell’anno.
Nell’ambito della metodologia adottata in Honey-Cost i termini “Arnia” e “Alveare” riprendono le definizioni previste dalla Legge 313/2004. La prima rappresenta il ricovero artificiale mentre il secondo è l’arnia che contiene una famiglia di api. È quest’ultima l’unità produttiva di base del processo produttivo miele.
La consistenza media annuale dell’allevamento viene calcolato sulla base del numero degli alveari presenti a fine ed inizio anno e dal numero di alveari venduti (ceduti) o acquistati (concessi) o da rimonta interna in determinati mesi dell’anno. L’allevamento viene considerato sempre di proprietà dell’apicoltore.
La potenzialità produttiva dell’allevamento è calcolata sulla base della consistenza media annuale e dal relativo coefficiente di Produzione Standard regionale applicato in base alla sede legale dell’azienda apicola (indipendentemente dalle postazioni nel caso di nomadismo). Tali coefficienti, pubblicati da Eurostat, vengono aggiornati a cadenza triennale.
Considerata la specificità del processo produttivo del miele, nelle imprese professionali in cui la specializzazione produttiva si può considerare esclusiva, con una incidenza del prodotto miele del 100% rispetto ai possibili prodotti secondari (cera, propoli, ecc.), la problematica della distinzione tra costi variabili e costi fissi tra i singoli sotto-prodotti risulta meno complicata (sostanzialmente non applicata) rispetto a quanto accade nelle aziende agricole che allevano api per diversificare. Lo stesso dicasi per la suddivisione tra costi diretti e costi indiretti.
Proprio in virtù di queste considerazioni e degli altri aspetti previsi nella metodologia adottata, lo strumento realizzato consente di avere il massimo controllo sui costi di produzione. Purtroppo, sono molti gli apicoltori che si affidano ancora oggi all’utilizzo di moduli cartacei o al massimo ai fogli di Excel; approccio che non consente di avere una panoramica chiara e precisa di ogni singola variabile dei costi di produzione, con il conseguente rischio di prendere decisioni che, nel medio e lungo periodo, possono rilevarsi sbagliate.
Dall’applicazione dei principi e criteri descritti dipende la corretta determinazione di tre livelli dei costi di produzione e il calcolo degli indicatori economici chiave del processo produttivo del miele come il Margine Lordo e il Margine Operativo. La nozione di costo di produzione considerata, suggerita dalle metodologie adottate a livello nazionale e comunitario, è riferita all’approccio più di tipo “aziendalistico” che “tecnico-estimativo”. Il metodo adottato si fonda sul presupposto che i costi vengono attribuiti al processo produttivo in essere in base a criteri quanto più possibile oggettivi, limitando le stime da parte dell’utente.
La classificazione dei Costi di Produzione del miele in Honey-Cost si basa su tre livelli.
- Al primo livello di costo afferiscono le spese correnti e quelle sostenute per il confezionamento e la commercializzazione del prodotto. Tali spese, direttamente connesse al processo produttivo, sono definite anche come spese variabili. A questo livello viene determinato il costo monetario esplicito con esborso monetario.
- Il secondo livello di costo tiene conto sia delle spese variabili sia dei costi del lavoro retribuito, degli affitti, delle manutenzioni ordinarie e degli ammortamenti. A questo livello viene determinato il costo totale del prodotto al netto del lavoro non retribuito e del costo del capitale conferito dall’imprenditore.
- Il terzo ed ultimo livello di costo tiene conto della stima del costo opportunità del lavoro familiare non retribuito. A questo livello viene pertanto determinato un Costo Economico totale che non tiene conto, invece, secondo la teoria economica classica, del costo opportunità dei capitali conferiti dall’imprenditore (capitale fondiario e capitale agrario).
Per la stima del costo del lavoro non retribuito (lavoro familiare) sono state adottate le tariffe orarie medie previste nei contratti collettivi nazionali del settore agricolo, distinte per livello di specializzazione, ed equiparate alla retribuzione lorda per l’operaio comune e a quella prevista per l’operaio specializzato.
Il Costo di Produzione del miele deve essere inoltre valutato sulla base dell’incidenza della PLV del solo prodotto miele rispetto alla PLV complessiva dell’allevamento che tiene conto anche dei ricavi derivanti dagli altri prodotti o dalle eventuali entrate per impollinazione. Per molti dei costi attribuiti al processo produttivo non è possibile distinguere, con il sistema “pro-quota”, la parte di costo specifica per il singolo prodotto secondario. Non si chiede quindi all’utente di Honey Cost di applicare stime e calcoli particolari per arrivare a determinare un costo di produzione per il solo prodotto miele in presenza di altri prodotti e servizi strettamente connessi alla conduzione dell’allevamento.
L’elemento del risultato economico osservato è il Margine Operativo, dunque al netto di tutti i costi espliciti (costi correnti, spese generali, salari e oneri sociali, affitti passivi), dei costi pluriennali (ammortamenti) e del costo opportunità del lavoro familiare, mentre rimane al lordo dei costi impliciti (remunerazione dei fattori produttivi apportati dall’imprenditore).
Honey-Cost consente inoltre di produrre altre variabili economiche fondamentali per valutare la sostenibilità economica del processo produttivo (analisi della redditività del processo produttivo). In particolare la Produzione Lorda Totale dell’allevamento (PLT) comprensivi dell’ULA (Utile Lordo di Alveare), delle variazioni di magazzino, delle vendite e autoconsumi, dei reimpieghi e del sostegno pubblico diretto alla produzione/allevamento.
Dalla PLT, a cui vengono sottratti i costi correnti, si determina la prima voce di profitto del processo produttivo, che corrisponde al Margine Lordo (ML), sia complessivo che per unità di prodotto.
Dal Margine Lordo si arriva, dopo la sottrazione delle spese generali e dei costi pluriennali, alla determinazione della seconda voce di reddito denominata Margine Operativo (MO). Anche in questo caso sia complessivo dell’intero processo produttivo sia per unità di prodotto.
L’ultima voce di reddito prevista come output del sistema è rappresentata dal Margine Operativo Familiare (MOF), che viene determinata quale differenza tra il Margine Operativo e la stima del costo del lavoro non retribuito.
Il procedimento adottato si completa con l’integrazione all’interno di Honey-Cost di una serie di controlli formali e di merito che consentono all’utente di individuare sia errori formali nella fase di registrazione sia eventuali errori di interpretazione o assegnazione di valori stimati. Il sistema dei controlli consente, anche mediante il ricorso a banche dati statistiche ed amministrative esterne, di rispettare, in collaborazione con l’utente che registra i dati nel sistema, il principio della veridicità delle informazioni prodotte, e in parte anche il rispetto del principio della continuità (adozione uniforme e costante nel tempo dei criteri di valutazione).
Lo schema del report del bilancio del processo produttivo miele risponde da una parte alla finalità di fornire un quadro complessivo della struttura dei costi di produzione, nelle sue diverse categorie, utile per supportare l’apicoltore nei processi di contrattazione all’interno dei diversi canali di commercializzazione; dall’altra quella di consentire all’apicoltore o al consulente di rimodulare il costo di produzione nell’ambito del sistema di supporto alle decisioni.
Per ottenere una panoramica minuziosa dei costi di produzione è necessario tenere conto anche delle varianze. In quest’ottica, Honey-Cost riesce, tramite un benchmarking, a evidenziare gli eventuali scostamenti tra i costi effettivamente sostenuti e quelli derivanti dal gruppo di confronto o da possibili valori attesi (valori standard).
Il focus di Honey-Cost è quindi quello di fornire un supporto agli apicoltori nel garantire un corretto calcolo dei costi di produzione e della profittabilità del processo produttivo miele, tale da consentire anche una buona pianificazione delle vendite e, in parte, della produzione a lungo termine.